Si sta vedendo una luce infondo al tunnel. Ormai è finita anche la fase 2 di una stagione mondiale strana, che forse nessuno di noi immaginava di vivere, nemmeno nei peggiori incubi.

Ho sentito il fuoco del volontariato quasi per caso. Una sera, mentre tornavo dall’ufficio, ho visto un uomo girarsi su se stesso e accasciarsi sul marciapiede.

Il teatro del futuro prossimo come sarà? Somiglierà a quello di prima? Certamente. Eppure dovrà esser diverso.

Scrivete su un foglio di sabbia la parola libertà e poi ditemi quante volte il mare ha saputo indietreggiare per non sciupare ogni singola lettera.

Se dovessi raccontare i miei quasi 50 giorni di isolamento pandemico prenderei in prestito questa immagine: un palloncino rosa immobilizzato da un chiodo nero.

Il governo ci ha ufficialmente intimato di rimanere a casa fino al 4 maggio, quando pian piano riprenderanno le attività economiche rimaste sino ad oggi bloccate

Coronavirus: ormai, non si parla d’altro. In questi mesi, abbiamo cambiato drasticamente la nostra quotidianità. Stop a spettacoli, incontri, convegni, scuola, università, palestra. Stop a qualisiasi attività di aggregazione.